Che la “panchina d’oro” Maurizio Sarri fosse un maestro di calcio (il migliore in Italia) lo si sapeva già.

Ma come si dice, non si smette mai di imparare e non c’è limite alla perfezione ed ecco che l’allenatore del Napoli mostra netti miglioramenti anche dal punto di vista comunicativo.

D’altronde, nel calcio moderno, la comunicazione è un fattore molto importante se non fondamentale ed anche “quelli della vecchia guardia”, devono adattarsi. Il calcio si evolve e chi c’è dentro deve evolversi di conseguenza.

Maurizio Sarri è senza dubbio IL SIMBOLO DEL NAPOLI, ma se in passato lo era solo sul campo, ora lo è sicuramente anche in tutte le sue vicende e sfumature.

Nella conferenza stampa di fine ritiro tenutasi a Dimaro, mostra ancora una volta la sua trasparenza, forse il lato più affascinante che un allenatore possa mostrare al pubblico (e di sicuro la via più vicina all’orecchio ed al cuore di chi ascolta…).

Ci potrà anche essere qualche parola colorita o battutina, ma Maurizio Sarri è così, nella vita come in campo e come dinanzi una telecamera e, così come tutti i geni, piace o non piace, ma di sicuro affascina, lascia il segno.

Ma a questa trasparenza e genialità, ha aggiunto anche una profonda maturità nonché tempismo nel dire le parole giuste al momento giusto.

Per quanto riguarda il preliminare di Champions, ha infatti dichiarato: “Storicamente è una partita difficile per le squadre italiane. Non dobbiamo riempirla di aspettative, non deve essere un trionfo se passiamo il turno, come non deve essere una disgrazia se non lo passiamo. Ambiamo alla fase a gironi”.

Sulla solita domanda riguardante lo Scudetto, ha voluto precisare le cose per come (realmente) sono: “Aver disputato un grande girone di ritorno nello scorso campionato non offre alcuna garanzia per il prossimo. Mi baso sui numeri e le statistiche. Siamo arrivati terzi e ci sono due club come Milan e Inter che stanno facendo un mercato importantissimo, credo sia una c*****a credere siamo i favoriti, non ci voglio cascare”.

Una risposta al 100% Sarristaschietta, senza mezzi termini, ma allo stesso tempo, giusta.

E’ infatti doveroso smorzare questo entusiasmo da parte di tutti (tifosi/media/addetti ai lavori), da un lato bello e gratificante ma dall’altro eccessivo, quasi soffocante.

I tifosi hanno il diritto di crederci, così come la squadra ha il diritto di puntare al “massimo risultato”, il Napoli è forte e lo sa e dunque ha il diritto di poter dire “puntiamo allo Scudetto”.

Ma attenzione, puntare allo Scudetto non vuol dire che se il Napoli non dovesse vincerlo, sarebbe un fallimento. 

Soprattutto con il tasso competitivo della serie A che è salito di gran lunga. Con la Juventus che ha perso Bonucci (in rosa ha però già possibili sostituti come Rugani e Benatia, senza dimenticare il cartellino di Caldara) ma ne ha guadagnato in avanti, potendo vantare un attacco con Bernardeschi, Dybala, Douglas Costa ed Higuain (mica male…). Il Milan che dello scorso anno, almeno negli 11 ha solo Donnarumma e Suso, per il resto ha cambiato del tutto faccia, aggiungendo elementi importantissimi. Inter e Roma hanno preso 2 allenatori preparatissimi ed anche loro sul mercato hanno ottimi piani. Insomma, se lo scorso anno, nonostante il miglior gioco d’Italia si è arrivati al 3 posto, non ha senso per la prossima stagione (più competitiva), dover arrivare per forza al 1 posto, si potrà puntare a quell’obiettivo, questo indubbiamente, ma non deve assolutamente essere un obbligo.

I fatti sono questi, inutile girarci attorno: l’importante per la SSC Napoli (una delle poche “big” a conduzione ancora familiare) è rimanere in Europa (per questioni di prestigio e soprattutto di cassa!), dunque posizionarsi tra le prime 4 d’Italia (da quest’anno i posti per la Champions diretta saranno 4 e non più 3), dopodiché se si riesce a fare meglio, tutto di guadagnato.

In tal merito, il tecnico ha infatti dichiarato: “il pubblico napoletano è fantastico, vogliamo farli divertire, se possiamo fare qualcosa in più, meglio ancora” (e come traspare anche da queste parole, la voglia e la volontà c’è, ma il tutto non deve essere assolutamente un dovere!).

Maurizio Sarri ha praticamente voluto placare un entusiasmo che ha iniziato a sentire troppo pesante sulle spalle, un ambiente già al mese di Luglio eccessivamente bollente e carico di aspettative, non solo da parte dei tifosi, ma anche e soprattutto da parte della stampa (per intenderci, ora come ora, trovatemi una recente intervista dove non si chieda dello Scudetto ad un qualsiasi tesserato della SSC Napoli o addirittura, si chiedono pareri ad altri addetti ai lavori sul Napoli e lo Scudetto…apice dell’assurdità!).

E chissà che non avrà avvertito anche qualche “segnale di distrazione” nello spogliatoio.

Insomma, c’era bisogno di calmare le acque e di abbassare una temperatura fin troppo elevata e soffocante attorno al Napoli e Maurizio Sarri c’è riuscito in pieno!

La filosofia Sarrista non deve cambiare: umiltà, lavoro e dedizione assoluta per il bel gioco e perché no, il divertimento, il tutto però condito da attenzione massima e cura dei particolari.

Ora la squadra deve dunque guardare solo al preliminare di Champions League.

Dopodiché si penserà al campionato, ma come sempre: PARTITA PER PARTITA.

 

 

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