La notizia del trasferimento di Marek Hamsik al Dalian ha scosso tutti. Una perdita importante, visto che Marekiaro rappresenta l’uomo dei record in casa Napoli. Lo slovacco dirà addio a Partenope dopo 6 mesi in cui Ancelotti lo ha sperimentato nel ruolo di regista all’interno del suo 4-4-2. Concentriamoci sul rendimento in campionato del numero 17, essendo un percorso più a lungo termine e meno legato a scelte in partite secche. Marek ha disputato 13 delle 22 partite di Serie A in cui è stato impegnato il suo Napoli, saltandone 2 per infortunio e 7 per scelta tecnica/turn over.

Fabian Ruiz è l’erede designato di Hamsik nel ruolo di playmaker davanti alla difesa, in quanto, tra i centrocampisti attualmente in rosa, è quello che ha più nelle corde questo modo di giocare. Personalità, capacità di gestire la palla anche quando “scotta”, gioco sia corto che lungo, visione periferica. L’ex Betis Siviglia ha una naturale propensione, poi, alla ricerca della zona di campo in cui ricevere liberamente la sfera per poi giocarla. Ma le scelte di formazione di mister Carlo Ancelotti inducono a pensare che potrebbe stravolgere questa logica conseguenza.

Spesso e volentieri, infatti, il tecnico emiliano ha decentrato o avanzato lo spagnolo, affidando la zona centrale a mediani puri come Diawara ed Allan, o più raramente Rog, esente dal discorso da qui in poi visto il passaggio al Siviglia. Ecco, dunque, che nella mente di Ancelotti, ad ogni match da qui a maggio, potrebbe riproporsi la domanda: centrocampo muscolare o Ruiz regista?

La scelta di schierare il numero 8 centralmente, di fatto, libererebbe un posto sulla sinistra, zona di campo spesso e volentieri occupata da Fabian. Qui, dunque, entrerebbe in gioco il buon Simone Verdi, fin qui poco impegnato causa infortuni, in alternativa a Piotr Zielinski, la cui intesa con Mario Rui migliora di partita in partita.

Nuove soluzioni di gioco, nuovi protagonisti all’alba dell’era dopo Hamsik.