Napoli dalle stelle alle stalle, le cause del declino

Nessuna squadra vincitrice dello Scudetto è riuscita a fare talmente male nell’annata successiva come ha fatto la squadra partenopea. Il Napoli è riuscito a passare dalle “stelle alle stalle” nel breve arco di un anno. A fine marzo scorso brillava con diciannove punti in più ed era ai Quarti di Champions League col tricolore praticamente già cucito sul petto. Quest’anno si ritrova ottavo tra crisi e contestazioni ed eliminato da tutte le altre competizioni. Le responsabilità sono di tutta la compagnia teatrale quando lo spettacolo offerto è un fiasco così imbarazzante. Tutto parte dalla presunzione di Aurelio De Laurentiis, che ha creduto di poter gestire tutto da solo: scelta dell’allenatore, campagna acquisti e comunicazione. A seguire i problemi si sono generati l’uno dall’altro in una sorta di reazione a catena che ha portato i Campioni d’Italia a barcamenarsi a centro classifica senza un gioco, un obbiettivo concreto e uno scopo comune. A nove giornate dall’epilogo la stagione 20223/2024 è già irrimediabilmente fallimentare. Resta un finale di campionato da utilizzare per valutare i nuovi innesti e capirne il reale valore perché urge ripartire dalle fondamenta: un direttore generale, un direttore sportivo, un allenatore e una campagna acquisti studiata, mirata e ragionata per rilanciare un gruppo di giocatori capaci di due grandi imprese: riportare la vittoria di un campionato nel capoluogo campano e gettare alle ortiche tutto quanto di glorioso fatto. Garcia, Mazzarri e Calzona hanno deluso, i calciatori stessi lo hanno fatto, si salvano solo i tifosi per correttezza, compostezza e pazienza ma, dopo il crollo interno contro l’Atalanta, il credito è finito e la squadra si è beccata sonori, amari e meritatissimi fischi.

Francesco Di Somma

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