Bilanci quasi dimezzati, centinaia di migliaia di posti di lavori persi, esercizi costretti ad abbassare le serrande. A fronte di ristori ridicoli. E’ questa la realtà attuale dei centri commerciali, la cui chiusura del week-end – imposta dal governo anche nelle zone gialle, ovvero quelle a meno rischio Covid – fa calare ancor di più i già magri incass

 

Bilanci quasi dimezzati, centinaia di migliaia di posti di lavori persi, esercizi costretti ad abbassare le serrande. A fronte di ristori ridicoli. E’ questa la realtà attuale dei centri commerciali, la cui chiusura del week-end – imposta dal governo anche nelle zone gialle, ovvero quelle a meno rischio Covid – fa calare ancor di più i già magri incassi.

“Neppure i saldi del 2021 stanno portato ad un rialzo del settore terziario”, denuncia Gaetano Graziano, vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commerciali, il quale fa una constatazione amara: “siamo stati fra i settori più colpiti dalle misure di contenimento ma i contagi non sono scesi di molto, perciò credo sia inutile farci chiudere nei due giorni a settimana dove incassiamo di più. E tutto il fatturato da noi perso si dirige verso l’e-commerce, spesso e volentieri quindi nelle casse di società che non pagano un solo euro di tasse in Italia. Di questo passo altri negozi presenti nelle gallerie commerciali saranno costretti ad arrendersi, considerato che i ristori previsti rappresentano un’elemosina, ed ovviamente avremo altro personale che finisce in cassa integrazione o rimane disoccupato senza sussidio alcuno”.

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